lunedì 24 ottobre 2011

Consumismo genocidio delle culture


Pier Paolo Pasolini, tratto da Rinascita, 27 settembre 1974. 

                                                                                       

"Dirò subito, e l'avrete già intuito, che la mia tesi è molto più pessimistica, più acremente e dolorosamente critica di quella di Napolitano. Essa ha come tema conduttore il genocidio: ritengo cioè che la distruzione e sostituzione di valori nella società italiana di oggi porti, anche senza carneficine e fucilazioni di massa, alla soppressione di larghe zone della società stessa. Non è del resto un'affermazione totalmente eretica o eterodossa. C'è già nel Manifesto di Marx un passo che descrive con chiarezza e precisione estreme il genocidio ad opera della borghesia nei riguardi di determinati strati delle classi dominate, soprattutto non operai, ma sottoproletari o certe popolazioni coloniali. Oggi l'Italia sta vivendo in maniera drammatica per la prima volta questo fenomeno: larghi strati, che erano rimasti per così dire fuori della storia -la storia del dominio borghese e della rivoluzione borghese- hanno subito questo genocidio, ossia questa assimilazione al modo e alla qualità di vita della borghesia. Come avviene questa sostituzione di valori? Io sostengo che oggi essa avviene clandestinamente, attraverso una sorta di persuasione occulta. Mentre ai tempi di Marx era ancora la violenza esplicita, aperta, la conquista coloniale, l'imposizione violenta, oggi i modi sono molto più sottili, abili e complessi, il processo è molto più tecnicamente maturo e profondo. I nuovi valori vengono sostituiti a quelli antichi di soppiatto, forse non occorre nemmeno dichiararlo dato che i grandi discorsi ideologici sono pressoché sconosciuti alle masse (la televisione, per fare un esempio su cui tornerò, non ha certo diffuso il discorso di Cefis agli allievi dell'Accademia di Modena).
(...) Ecco l'angoscia di un uomo della mia generazione, che ha visto la guerra, i nazisti, le SS, che ne ha subito un trauma mai totalmente vinto. Quando vedo intorno a me i giovani che stanno perdendo gli antichi valori popolari e assorbono i nuovi modelli imposti dal capitalismo, rischiando così una forma di disumanità, una forma di atroce afasia, una brutale assenza di capacità critiche, una faziosa passività, ricordo che queste erano appunto le forme tipiche delle SS: e vedo così stendersi sulle nostre città l'ombra orrenda della Croce uncinata. Una visione apocalittica, certamente, la mia. Ma se accanto ad essa e all'angoscia che la produce non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare".


giovedì 6 ottobre 2011

IL MARE DI CURINGA E L'EUTROFIZZAZIONE


Da tempo avevamo denunciato, avendone il forte sospetto, che nel nostro mare fosse in atto un fenomeno detto “EUTROFIZZAZIONE”. Ebbene oggi l’ARPACAL conferma questi sospetti. Dopo attente analisi volte a fare luce sul fenomeno di anomala colorazione delle acque marine verificatosi questa estate è stata rilevata la presenza di “ microalghe Cloroficee ed alghe verdi flagellate”.
L’OCSE definisce così il fenomeno : "l’eutrofizzazione è un arricchimento delle acque dei sali nutritivi che provoca cambiamenti tipici quali l’incremento della produzione di alghe e piante acquatiche, l’impoverimento delle risorse ittiche, la generale degradazione della qualità dell’acqua ed altri effetti che ne riducono e precludono l’uso".
L’EUTROFIZZAZIONE artificiale è generata soprattutto dall’immissione di scarichi civili, agricoli, zootecnici e industriali nel corpo idrico, e dalla percolazione dei composti azotati e fosfati presenti nei concimi del suolo coltivato.
L’IPERTROFIZZAZIONE ha vari stadi di gravità, che coincidono con la formazione di alghe, ed un aumento eccessivo di biomassa algale, stadio in cui si trova il nostro mare.  Raggiunto il maggior stadio di pericolositá, se non si agisce con azioni di rispristino ed abbassamento delle sostanze nutritive, le conseguenze sono soprattutto una forte alterazione degli equilibri dell’ecosistema acquatico che portano ad una completa anossia.
Sebbene l’ARPACAL definisce non tossiche le alghe rilevate nel nostro mare vi sono aspetti  da non sottovalutare; infatti seppure le specie di alghe presenti non siano in se tossiche la loro presenza genera ulteriori fenomeni che portano alla produzione di sostanze tossiche: se la demolizione della biomassa avviene con un consumo eccessivo di ossigeno e con una velocità maggiore di quella di rigenerazione dell’ossigeno stesso, si instaura una condizione anaerobica o anossica che vede subentrare agli organismi aerobi gli organismi degradatori anaerobi, che compiono i processi di demolizione della biomassa liberando composti per lo più tossici (tra i quali l’ammoniaca e l’idrogeno solforato).  
Recenti studi sulle alghe appartenenti alla famiglia delle Alghe Dinoflagellate( che secondo l’Arpacal sarebbero presenti) hanno dimostrato che “Alcune specie hanno assunto recentemente una notevole importanza per la salute umana poiché producono tossine (neurotossine, epatotossine etc.) in grado di causare danni all'uomo ed ad altri organismi. (Autore: Marina Montresor & Ugo Sacchi).
Le conseguenze di un sistema anossico oltre a recare danni per la saluta dell’uomo (per azione di batteri anaerobi) provoca la completa moria dei pesci e della fauna bentonica,peggioramento della qualità delle acque con fenomeni di intorbidimento del fondo, di perdita di trasparenza generale e di colorimento delle acque, produzione di cattivi odori e di conseguenza danni alle attività economiche, soprattutto turistiche (limitazioni alla balneazione). 
É  necesario per prevenire un tale disastro, che le amministrazioni puibbliche prendano seri provvedimenti con strategie di prevenzione e contenimento all’eutrofizzazione, riducendo l’eccessiva immissione di sostanze nutrive in acque marini. Una strategia che richiede solo una buona gestione delle acque reflue depurate, e indagini al fine d’individuare eventuali scarichi agricoli ed industriali abusivi.